Revolution ArThetre
La prima assoluta del film-documentario Revolution Art Poetry
In Palestina RAP e POESIA si incontrano per dare voce ad un popolo che resiste perché ESISTE. La rivendicazione in versi di un'identità nazionale. Un DOCUMENTARIO sulla potenza unificatrice dell'arte e del linguaggi
Revolution ArTheatre
Giovedì 14 Maggio 2015
ore 20:45
Teatro Sambàpolis - Trento
Il documentario è stato realizzato con il contributo della Provincia Autonoma di Trento nel quadro del progetto Palestine Poetry Network di MAIA onlus.
Per ulteriori informazioni contattaci alla mail makeanimpact.info@gmail.com.
Programma dell'evento
20:45 Aperitivo di benvenuto
21:00 Breve presentazione dell'associazione MAIA - Make An Impact Association Onlus e del progetto Palestine Poetry Network 21:15 Proiezione del documentario "RAP - Revolution Art Poetry" prodotto per MAIA Onlus dal regista Nicholas Nazari su un progetto di Alessandro Burbank e Dutch Nazari. 22:00 Dibattito con il regista e il team 22.45 Concerto di Dutch Nazari e Sick & Simpliciter 23.45 Dj set Sinossi del filmQuando l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina fu creata negli anni ’60, il governo israeliano affermava l’inesistenza di un popolo palestinese con una propria cultura e tradizione. Per questo motivo, il movimento di resistenza palestinese, ha sempre dato un’importanza cruciale al supporto e allo sviluppo delle forme esistenti di espressione artistica, come prova di un’identità nazionale capace di riunire territori divisi e riconnettere la popolazione con il proprio passato e la propria identità.
La poesia popolare palestinese è stata sicuramente la forma d’arte diffusa più ampliamente tra queste, la sua ricca tradizione si è stagliata come prova innegabile contro |
chiunque rinnegasse l’esistenza di un’identità palestinese originaria. Queste poesie cantano spesso di problemi economici, sociali e politici, fornendo una valvola di sfogo alla rabbia generata dal potere occupante sulla popolazione occupata.
All’interno della società palestinese, oggi assistiamo al distanziarsi delle nuove generazioni da quelle che le hanno precedute. A queste ultime, oramai disilluse e rassegnate, si contrappongono i giovani, la cui rabbia ancora ardente non si arrende al conflitto, agli insediamenti israeliani in continua espansione, all’appropriazione indiscriminata delle risorse ed alla quotidiana violazione dei loro diritti.
L’hip hop e il rap si stanno diffondendo tra i giovani palestinesi come nuove forme di espressione artistica e culturale. Spesso però, sono malviste dalle vecchie generazioni, considerate come prodotto di una colonizzazione culturale imposta, rude ed offensiva, che non dovrebbe trovare spazio nella cultura palestinese. I rapper palestinesi però, sentono il bisogno di far sentire alta la loro voce per svegliare le coscienze e denunciare quei comportamenti criminali che le vecchie generazioni condannavano con la poesia.
All’interno della società palestinese, oggi assistiamo al distanziarsi delle nuove generazioni da quelle che le hanno precedute. A queste ultime, oramai disilluse e rassegnate, si contrappongono i giovani, la cui rabbia ancora ardente non si arrende al conflitto, agli insediamenti israeliani in continua espansione, all’appropriazione indiscriminata delle risorse ed alla quotidiana violazione dei loro diritti.
L’hip hop e il rap si stanno diffondendo tra i giovani palestinesi come nuove forme di espressione artistica e culturale. Spesso però, sono malviste dalle vecchie generazioni, considerate come prodotto di una colonizzazione culturale imposta, rude ed offensiva, che non dovrebbe trovare spazio nella cultura palestinese. I rapper palestinesi però, sentono il bisogno di far sentire alta la loro voce per svegliare le coscienze e denunciare quei comportamenti criminali che le vecchie generazioni condannavano con la poesia.